Farmaci e Gravidanza

Cosa c’è da sapere

Assumere terapie farmacologiche quando si è in dolce attesa può creare disagio e preoccupazione per il timore che queste possano avere effetti negativi sul feto.

Per vivere questa fase della vita con serenità, possiamo attenerci alle linee guida dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Assieme ai principali esperti di settore l’AIFA, infatti, ha condotto uno studio e un’analisi approfondita della letteratura scientifica internazionale che riguarda la salute delle donne e l’efficacia e la sicurezza dei farmaci assunti prima, durante e dopo la gravidanza, ovvero durante l’allattamento.

La scelta di interrompere subito le proprie terapie senza un consulto con il medico è sempre sbagliata: le conseguenze potrebbero essere più gravi per la sua salute e per quella del bimbo, per cui ogni caso va valutato dal medico.

Noi come farmacisti possiamo illustrare le principali linee guida che l’AIFA ha diffuso sull’argomento farmaci e gravidenza e restare a disposizione per qualsiasi dubbio.

PRIMA DEL CONCEPIMENTO.
Se si desidera avere un bambino e programmare una gravidanza, si consiglia di rivolgersi al medico per un check up generale, discutere sulle eventuali terapie assunte e sulle abitudini di consumo di caffeina e altre sostanze.

In caso di problemi di salute che obbligano una terapia continuativa, il medico rimodulerà dosaggi, penserà alla sostituzione o consiglierà un farmaco maggiormente studiato su pazienti gravide e quindi più sicuri.

È importante parlare di questo col medico anche perché i cambiamenti fisiologici che la donna vive in gravidanza potrebbero avere ripercussioni sulle proprietà di alcuni farmaci: ad esempio, alcune medicine possono richiedere un aumento graduale, altri possono essere efficaci anche riducendo il dosaggio.

Ciò che si raccomanda a tutte le donne che desiderano programmare una gravidanza è di assumere acido folico utile per prevenire malformazioni al feto.

DURANTE LA GRAVIDANZA.
Se durante i mesi di gestazione la donna dovesse avere necessità di assumere un farmaco per una patologia o un disturbo specifico, il medico valuterà i rischi e i benefici legati all’assunzione.

Nel caso di disturbi di lieve entità, come un semplice raffreddore o la febbre, generalmente si consiglia di assumere il paracetamolo che, in caso di uso occasionale o per terapie di breve durata, è scientificamente provato che è sicuro anche per le donne in gravidanza. Se la terapia dovesse durare più di tre giorni, è bene chiedere il consiglio del medico che valuterà la situazione specifica.

Per quanto riguarda l’assunzione dei FANS, gli antinfiammatori non steroidei, come ibuprofene, ketoprofene, diclofenac utili sempre in caso di dolore occorre essere maggiormente prudenti. Alcuni dati dati oggi disponibili, seppur non conclusivi, ci dicono che i FANS potrebbero aumentare il rischio di aborto spontaneo. Durante il III trimestre di gravidanza, e in particolare dopo la 30a settimana, comunque i FANS non vanno assunti.

Altri farmaci di cui si potrebbe avere necessità durante la gravidanza sono gli antiacidi per il bruciore di stomaco, come magnesio e sali di alluminio. Questi sono poco assorbiti per cui, salvo casi eccezionali, si possono assumere sia durante la gravidanza che durante l’allattamento.

In questi casi di disturbi di lieve entità, la donna in gravidanza può scegliere se assumere o meno un farmaco, ma cosa fare nel caso in cui sia necessaria una terapia di qualche giorno o più estesa? Occorre ricordare che in questi casi la cura preserva mamma e figlio da conseguenze più gravi, per cui sotto controllo del medico è bene procedere con le terapie.

Depressione, asma, diabete, epilessia ecc. sono patologie croniche che necessitano di terapie costanti ed è fortemente sconsigliato interromperle o modificare i dosaggi di propria iniziativa: le conseguenze, anche in questo caso, potrebbero essere ben più gravi dell’assunzione del farmaco. Anche qui, sarà il medico che consiglierà farmaco e dosaggi più indicati in gravidanza.

DURANTE L’ALLATTAMENTO.
I farmaci che la mamma assume vengono assorbiti e passano nel latte materno ma generalmente solo una quantità bassissima viene assorbita dal neonato. Nella maggior parte dei casi non vi è il rischio di reazioni avverse, ma ciò ovviamente dipende da farmaco, dosaggio e durata della terapia.

Un consiglio per diminuire la concentrazione del farmaco nel latte materno è quello di assumerlo subito dopo aver allattato il bimbo perché il cosiddetto “picco ematico” cioè il momento in cui il principio attivo raggiunge il livello massimo nel sangue di solito si registra tra una e tre ore dall’assunzione per via orale.

Hai qualche dubbio sull’assunzione di un farmaco in gravidanza? Ti raccomandiamo di chiedere un consiglio al medico o al farmacista.