Favismo e farmaci

L'importanza della prevenzione

La carenza di glucosio 6 fosfato deidrogenasi (G6PD), conosciuto anche come favismo, è un difetto enzimatico ereditario normalmente presente nei globuli rossi, fondamentale per la vitalità degli eritrociti e in particolare per i processi ossidoriduttivi che in essi si svolgono.

La carenza di questo enzima provoca un'improvvisa distruzione dei globuli rossi (emolisi) e quindi la comparsa di anemia emolitica con ittero, quando il soggetto che ne è carente, ingerisce fave o determinati farmaci che agiscono da "fattori scatenanti", inibendo cioè l'attività della glucosio-6-fosfato-deidrogenasi eritrocitaria, impoverendo ulteriormente i globuli rossi che sono già carenti dell'enzima.

Vi sono delle aree geografiche in cui il favismo è più diffuso e sono l’Africa centro-settentrionale, il bacino del Mediterraneo, Cina e India. In Italia l’incidenza media della carenza di G6PD è dello 0,4%, in Sicilia è dell'1% mentre in Sardegna raggiunge il valore medio di 14,3% con un picco del 25,8% nella provincia di Cagliari.

Il favismo si trasmette per via ereditaria con il cromosoma X, per questo motivo i maschi sono maggiormente colpiti rispetto alle femmine. La diagnosi avviene attraverso un semplice prelievo del sangue per dosare l’enzima G6PD nei globuli rossi. Nelle aree in cui il favismo è molto presente la valutazione viene fatta dal pediatra già dai primi giorni di vita del bambino.

La sua manifestazione clinica principale è costituita da una crisi emolitica acuta che può essere anche gravissima. L’ingestione di fave è la più comune causa di crisi emolitica nei soggetti carenti di G6PD nella variante mediterranea, seguita dall’assunzione di farmaci "a rischio".

L’emolisi può verificarsi dopo il consumo di fave fresche, secche o surgelate (ma è più frequente nel primo caso). Particolare attenzione va riposta sui preparati di ortaggi misti che possono contenere fave, come ad esempio minestroni freschi o surgelati, burger o altri preparati a base vegetale. L’emolisi si può verificare, inoltre, anche in lattanti al seno le cui madri avevano mangiato fave.

Sono comunque conosciuti casi di soggetti che avevano consumato fave in molte occasioni senza alcun disturbo prima di presentare una tipica crisi emolitica da fave; in altri casi, l’assunzione di fave anni dopo una crisi emolitica, non ha determinato disturbi. Pertanto è evidente che esistono altri fattori che contribuiscono a scatenare la crisi emolitica e che la prevenzione sta nell'evitare comunque questi alimenti. 

L’assunzione di alcuni farmaci è l’altra causa che scatena la crisi emolitica acuta nei soggetti carenti di G6PD. Si tratta di farmaci farmaci analgesici, antipiretici, antimalarici, blu di metilene, naftalene, sulfamidici, FANS e alcuni antibiotici e chemioterapici.

Per le persone fabiche sono banditi principi attivi contenuti in analgesici e antipiretici come ad esempio Acido acetilsalicilico e Fenazopiridina (Pyridium) e antibiotici come Ofloxacina, Nitrofurantoina e Cloramfenicolo.

La lista è piuttosto lunga, per cui consigliamo di consultare l’elenco di principi attivi da evitare in caso di carenza di Glucosio-6-Fosfato Deidrogenasi (G6PD) predisposto dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

Prima di assumere qualsiasi medicinale, anche omeopatico, o integratore alimentare è bene chiedere un consiglio al medico o al proprio farmacista.